Enterite, linee guida alimentari per combattere l’infiammazione
Quando l’intestino é in fiamme, ci sono alimenti che è meglio evitare, se non si vuole correre il rischio di ottenere l’effetto opposto, peggiorando l’infiammazione. Abbiamo stilato una lista di cosa dei si e dei no a tavola, quando si affronta questa patologia.
Capitoli in questo articolo:
Definizione e sintomi dell’enterite
L’enterite è una infiammazione generica dell’intestino tenue, il primo tratto dell’intestino che si estende tra piloro (la regione terminale dello stomaco) e crasso.
Distinguiamo, a partire dalle cause, varie tipologie di enterite:
- Enterite batterica (da Salmonella, Escherichia coli, Colera, Clostridium difficile e altri batteri)
- Enterite virale: comunemente nota come “influenza intestinale”, è causata da Rotavirus, Adenovirus, Novo Virus o altri virus
- Enterite da Protozoi (giardiasi)
- Enterite da Miceti (Candida albicans)
- Enterite non infettiva: può essere causata dall’assunzione di particolari farmaci, da allergie e intolleranze alimentari, da malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di Crohn, o da altre patologie che non riguardano l’intestino)
Tra i sintomi tipici dell’enterite troviamo:
- Evacuazioni molli o liquide (diarrea);
- Dolori e gonfiore addominale.
Talvolta possono presentarsi anche vomito e febbre.
Suggerimenti alimentari per affrontare l’enterite
Quando si affronta l’enterite, è fondamentale adottare una dieta appropriata per non peggiorare l’infiammazione intestinale.
Ecco alcune indicazioni su come comportarsi a tavola:
- Reidratazione: regola numero uno in caso di enterite, è quella di compensare i liquidi persi con le evacuazioni frequenti. È importante bere almeno 1,5 litri di acqua naturale al giorno. Tisane lenitive o camomilla non zuccherati, soluzioni reidratanti orali a base di acqua, glucosio e sali minerali o brodi leggeri, possono essere utili per prevenire o trattare la disidratazione lieve. Sono invece controindicate le bevande gassate e le bevande per sportivi, perché hanno un anomalo rapporto tra glucosio e sodio.
- Via libera al consumo di: Yogurt bianco, riso e pasta non conditi; Parmigiano reggiano ad alta stagionatura; patate e carote al vapore o lesse; pesce senza aggiunta di grassi; carne bianca alla piastra senza aggiunta di grassi; banane e mele;
- Evitare caffè e alcolici. La caffeina ha un effetto lassativo: può accelerare il transito intestinale e peggiorare la diarrea. Gli alcolici possono invece aumentare l’infiammazione, contribuendo ad alterare ulteriormente il microbiota intestinale già compromesso.
- Meglio non consumare legumi e altri prodotti contenenti oligofruttani (grano, segale, carciofi, asparagi, cavolfiori, broccoli, cavoletti di Bruxelles, aglio, cipolla). Questi alimenti, che in condizioni normali sono molto utili per il corretto funzionamento dell’intestino, sono da escludere in caso di enterite, poiché i fruttani non vengono digeriti dall’intestino tenue e tendono a fermentare nel crasso.
- No a latte e latticini: il consumo di latte e latticini può contribuire a peggiorare la situazione aumentando la frequenza delle evacuazioni, a causa della temporanea riduzione della lattasi. Questo importante enzima scinde il lattosio in glucosio e galattosio, rendendolo quindi digeribile. Quando detto non vale, però, per il latte materno. Anche in caso di gastroenterite del bambino, si consiglia sempre di continuare l’allattamento al seno: il latte materno, infatti, contiene antibatterici e antivirali che possono proteggere dai virus dannosi.
01 luglio 2020 – aggiornato 04 dicembre 2023